Chi siamo

“Da dove veniamo, chi siamo, cosa vogliamo”: da queste domande sono nati gli incontri che stiamo facendo tra individualità e gruppi antispecisti che sentono l’urgenza di far ripartire le lotte di liberazione animale ma a cui manca una rete di condivisione e mutuo appoggio. Questi incontri rappresentano un’analisi di quanto è accaduto in passato e di quanto sta accadendo ora all’interno del movimento di liberazione animale: per fare il punto su criticità, errori, punti di forza e, soprattutto, sulla possibilità di far rinascere un percorso di liberazione animale radicale.

Ad oggi anche se si nota una maggiore sensibilità verso gli animali, i discorsi che vengono portati avanti da associazioni e gruppi animalisti restano riformisti e rispecchiano la superficialità dell’attuale società. Queste derive qualunquiste hanno indebolito la radicalità dei temi che invece erano portati avanti fino a qualche anno fa dal movimento di liberazione animale, facendo sì che quest’ultimo si disgregasse e prendesse strade diverse, con il moltiplicarsi di piccoli gruppi che però non hanno più nessuna connessione gli uni con gli altri, nessuna analisi politica e strategica condivisa, nessuna reciproca solidarietà. Si sono inoltre fatti avanti, in questo clima di forte sensibilità ma di debole analisi, gruppi di fascisti che cavalcano il sentimentalismo pietista verso gli animali, non connettono lo sfruttamento animale alle altre forme di oppressione sociale, e delegano la soluzione dello sfruttamento animale allo Stato. Negli anni questi gruppi si sono rafforzati entrando nelle manifestazioni e nelle piazze, fino a dare il libero accesso a figure politiche di partito che, strumentalizzando subdolamente le tematiche della lotta antispecista, portano avanti in realtà i loro interessi di potere, facendo leva sul consenso pubblico.

Le infiltrazioni fasciste sono state tollerate perché veniva a mancare l’ideale di libertà totale che ci ha sempre contraddistinto. Inoltre i discorsi si sono fatti sempre più annacquati per adattarsi allo standard dell’opinione pubblica, e si sono cominciate ad avanzare rivendicazioni come nuove norme e leggi per migliorare la condizione degli animali, mentre in precedenza la lotta per la liberazione animale aveva sempre rifiutato la politica dei piccoli passi e il dialogo con lo Stato.

Da questi incontri si è manifestata la volontà di arginare certe derive riformiste e zoofile, rilanciando un movimento di liberazione animale su basi anarchiche/libertarie, che attraverso una costante attenzione e autocritica affermi un’idea di libertà che non riguarda soltanto gli animali non umani ma anche la Terra e gli esseri umani. Per questo si è ribadita l’importanza di porre l’accento sull’intersezionalità delle lotte, pensando a come creare una sinergia tra di esse (antispecismo, ecologismo, antifascismo, antirazzismo, antisessismo, lotta alle carceri ecc.).

Questi incontri, che continueranno a tenersi in diverse parti d’Italia a scadenza periodica, hanno lo scopo di conoscerci e riconoscerci in base al confronto sulle domande poste all’inizio: da dove veniamo, chi siamo, cosa vogliamo?

Invitiamo realtà e individualità antispeciste a partecipare nel tentativo di far rinascere un movimento di liberazione animale radicale in cui tuttx possano sentirsi partecipi e attivx.