
FERMIAMO LA MODA ASSASSINA DI ESCADA
La politica sulle pellicce di Escada
Dopo che Escada è stato un obiettivo di proteste internazionali dal 2007 al 2010, l’azienda di moda di lusso ha dichiarato che avrebbe smesso di vendere pellicce. Ma nel 2017 Escada ha ripreso a vendere, nei suoi negozi e su internet, capi di abbigliamento realizzati con pellicce di volpi, angelli e altri animali. Gruppi e associazioni animaliste hanno iniziato una campagna di proteste e giornate di mobilitazione nell’inverno 2017-2018 in riposta a questo cambiamento di politica aziendale.
L’industria della pelliccia
Ogni anno l’industria della pelliccia uccide più di 50 milioni di animali in tutto il mondo. La maggior parte di loro, dopo essere stati tenuti prigionieri in gabbie per mesi negli allevamenti di animali da pelliccia, proprio in questa stagione vengono infine uccisi mediante diverse tecniche tra cui elettrocuzione, colpo alla nuca, soffocamento in camera a gas. È sui corpi di visoni, volpi, conigli, agnelli e altri animali che l’industria della pelliccia trae profitto per i suoi sporchi affari.
Per questi motivi aderiamo alla campagna internazionale contro Escada e sabato 3 novembre dalle 15 saremo davanti al negozio di Corso Matteotti 22 a Milano per protestare contro quest’industria assassina.
Lo sfruttamento degli animali e il controllo dei loro corpi sono prodotti della cultura e della società in cui viviamo allo stesso modo di altre forme di oppressione alle quali ci opponiamo: specismo, sessismo, transfobia, omofobia, razzismo e fascismo.
Per la liberazione animale, per la liberazione totale!
SABATO 3 NOVEMBRE – ORE 15.00 – Corso Matteotti, Milano
PRESIDIO CONTRO L’INDUSTRIA DELLE PELLICCE
Scarica qui il volantino stampabile dell’iniziativa >>>> Volantino Presidio contro Escada
 
			

 L’8 giugno è stata indetta da diverse associazioni venatorie nazionali una grossa manifestazione nel centro di Torino. La motivazione per la quale l’iniziativa viene lanciata era protestare contro una proposta di legge che a livello regionale imporrebbe alcune limitazioni alla caccia in Piemonte, come una riduzione delle specie cacciabili e delle giornate disponibili per le battute nel mese di Settembre. Queste minimali ed irrilevanti modifiche all’attività venatoria, peraltro circoscritte a livello regionale, sono state sufficienti a portare in piazza circa un migliaio di cacciatori da diverse regioni italiane, seppur con una preponderante presenza dei vari gruppi piemontesi, al grido di “Difendiamo la caccia”.
L’8 giugno è stata indetta da diverse associazioni venatorie nazionali una grossa manifestazione nel centro di Torino. La motivazione per la quale l’iniziativa viene lanciata era protestare contro una proposta di legge che a livello regionale imporrebbe alcune limitazioni alla caccia in Piemonte, come una riduzione delle specie cacciabili e delle giornate disponibili per le battute nel mese di Settembre. Queste minimali ed irrilevanti modifiche all’attività venatoria, peraltro circoscritte a livello regionale, sono state sufficienti a portare in piazza circa un migliaio di cacciatori da diverse regioni italiane, seppur con una preponderante presenza dei vari gruppi piemontesi, al grido di “Difendiamo la caccia”.
